venerdì 21 ottobre 2011

"che i genitori svedesi buttino fuori di casa i figli ancora quasi adolescenti e poi se ne dimentichino è una leggenda metropolitana"

Stamattina, facendo colazione nella calma che precede la tempesta della sveglia dei due piccoli vandali, riflettevo su una frase letta qualche giorno fa: cito ad litteram
http://congedoparentale.blogspot.com/2011/10/il-sesto-senso-di-sofia.html
"che i genitori svedesi buttino fuori di casa i figli ancora quasi adolescenti e poi se ne dimentichino è una leggenda metropolitana".
Leggendo il blog di Fefo,  pensando a nostri amici che lavorano e vivono all'estero e confrontando con le nostre esperienze in patria, mi sembra che ci sia una sostanziale differenza riguardo il modo di educare e crescere i figli. Sto parlando di una percezione a livello generale, che investe la sfera privata ma soprattutto a un livello più ampio quella sociale.
Mi pare che negli stati del Nord-Europa (ma anche negli USA), ci sia un'attenzione maggiore nei confronti del bambino, in modo tale da coltivarne le potenzialità e incrementare la fiducia in se stesso, con il risultato che questi bimbi da grandi prendono il volo più facilmente senza timori di cambiare quartiere, città, regione, Paese e senza timore di confrontarsi con gli altri. In Italia, invece, noto in generale meno attenzione nei confronti del bambino, soprattutto a un livello interiore ed emozionale (mentre esteriormente è tutto portato all'ennesima potenza: bimbi con molteplici attività extra-scolastiche, a cui non si nega alcunchè, considerati il centro della famiglia...): i i figli rimangono a casa fino a 30 anni e anche più, ma anche quando se ne vanno, rimangono sostanzialmente figli, legati con un cordone ombelicale stritolante ai genitori. Per esempio, mi è capitato più volte di sentir dire da nostri amici, persone socialmente inserite, dotate di un livello culturale comunque medio-elevato, che mai manderebbero i loro figli all'estero a fare esperienze scolastiche e non..
Indubbiamente il sistema sociale degli Stati sopra citati aiuta, c'è sicuramente una maggior conciliazione maternità-professione, congedi parentali non osteggiati, mansioni che rimangono tali al rientro dai periodi di maternità...però secondo il mio punto di vista, la differenza è proprio nel modo in cui si concepisce l'educazione e lo sviluppo del bambino come individuo.

Da parte mia, spero di poter prendere spunti da queste diverse esperienze in modo che i miei bimbi crescano liberi di fare le proprie esperienze seppur con la consapevolezza che noi genitori saremo per tutta la vita un punto di riferimento e un abbraccio a cui tornare.

3 commenti:

  1. Io mi sento sempre più una mosca bianca anche se passo da pecora nera. Penso che i genitori siano un tramite per far crescere i bambini ma che debbano lasciarli liberi di volare. Ho sempre sostenuto che manderò miei figli a studiare all'estero, sperando che, come me, una volta lasciato il nido giovani, lo vedano solo saltuariamente come tappa di passaggio. Proprio oggi una mamma si è stupita dell'indipendenza e dell'autonomia del quasisettenne e del quasinovenne, per come padroneggiano le chiavi di casa ed il cartone del latte, il microonde e il traffico ciclistico del paese. Ma se non siallenta il "guinzaglio", i figli non si staccheranno mai.
    Roberta

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  2. E' bellissima l'immagine della mosca bianca che passa per pecora nera..sì perchè se esci da quelli che sono i canoni comportamentali della perfetta mamma "all'italiana" ti additano come mamma degenere.
    Io e mio fratello, causa lavoro di entrambi i genitori, abbiamo imparato presto a maneggiare chiavi di casa e pentole: mi ricordo in particolare una signora che dceva sempre "che bravi siete, i miei figli figurarsi, nemmeno si alzano da tavola per prendersi una forchetta": ma questi qui chi li educava?

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  3. Chiaro che i miei figli non hanno ancora le chiavi di casa (neanche sette e neanche nove anni) né rimangono in casa soli o escono la sera. Ma sapere aprire o chiudere una porta, caricare una lavastoviglie senza abbandonare piatti e bicchieri sul tavolo o spostarli solo nel lavandino non ha mai ucciso nessuno. Fin da piccoli, ho inculcato loro il concetto di chiaro e scuro per la lavatrice, cosa che spesso - peraltro - sfugge anche a me :).
    Eppure senti le mamme dire "sono piccoli, come faccio a fargli preparare la tavola? la vita è tanto brutta di suo perché devo negar loro il ds-wii-pizzeria-stivaliallamoda-ciocchecolorate (a 8-12 anni, eh!) e le stesse mamme ti guardano ad occhi sgranati quando tu vai al supermercato con entrambi e nessuno di loro ribalta tutti gli scaffali, te ne vai in vacanza macinando ore di viaggio senza l'adulto dietro (nè davanti come passeggero) e loro stanno buoni e legati ai seggiolini. E ti dicono "non so come fai".
    Roberta

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