lunedì 2 luglio 2012

mai più senza...

La mia amica Mary è donna saggia ed efficiente.
La settimana scorsa mi consegna un sacchettino e mi dice: "questo è per la tua dermatite, provala!" (è anche abbastanza perentoria e quando fa così, meglio non replicare...)
Dentro al sacchettino, trovo il tubetto di una crema al tea tree, che mi ha risolto in pochi giorni una dermatite che mi trascinavo da qualche tempo...e siccome ho scoperto che questa crema serve per un sacco di cose (tra cui punture di zanzare e affini), ormai me la porto dietro ovunque..
Resta la commozione per il gesto di affetto della mia amica.

venerdì 29 giugno 2012

29 giugno

Accidenti, è passato quasi un mese dall'ultimo post che ho scritto...non si fa, non si fa...
ma ammetto che il periodo è abbastanza gravoso di impegni e spesso la sera crollo dal sonno, anzi non è infrequente che mi addormenti un nano-secondo dopo aver acceso il portatile..(infatti il colore che sfoggio sulle gambe non è abbronzatura, è la bruciatura da notebook!)
Oggi è venerdì 29 giugno e io sono a casa con la cinquenne, promossa a quasi-seienne, che ieri ha fatto il vaccino e oggi ha un febbrone da cavallo! (tralascio ogni commento sull'opportunità delle vaccinazioni, che oggi non voglio cedere alla modalità "polemica").
Oggi è venerdì 29 giugno ed è l'ultimo giorno di scuola materna della quasi-seienne, ma siccome da lunedì inizia il centro estivo (la nostra è una scuola senza soluzione di continuità!), l'ultimo giorno per noi sarà quello prima delle nostre vacanze!
Oggi è venerdì 29 giugno e sono 10anni che io e il coniuge siamo sposati, che detto così sembra niente, ma 10 anni è già un bel numero!! Il programma prevederebbe cenetta romantica e bimbi affidati alle cure dei nonni, ma tutto dipende dalle condizioni post-vaccino della primogenita...rimaniamo in attesa di sviluppi...

giovedì 31 maggio 2012

terremoto

Spiegare alla cinquenne che il nonno è andato ad aiutare tutti quei signori che sono stati colpiti dal terremoto.
"Ma cosa è andato a fare il nonno?"
"Oggi ha montato le tende con altri signori"
"Le tende?"
"Sì, perchè molte case sono crollate per il terremoto e le persone hanno bisogno di un posto dove stare!"
"Sono crollate le case?"
"Sì"
"Che bravo il nonno"
"Sì"

Dare consapevolezza ai bambini, con serenità e senza ansie. Mi sembra importante e necessario.

Mio suocero è volontario della Protezione Civile e ieri notte è partito per le aree terremotate per dare il suo aiuto. Io gli ho raccomandato di stare all'occhio perchè le scosse continuano. Stasera l'ho sentito, gli ho chiesto come è andata la giornata e lui mi ha risposto, con l'ottimismo che lo caratterizza: "ma sì, dicono che ci son state altre scosse..io non ho sentito niente!"


giovedì 24 maggio 2012

il dopo-scuola

La nostra scuola materna propone anche il servizio di dopo-scuola.
Noi di solito non ne usufruiamo, ci sono i santi nonni!
L'altro giorno la cinquenne mi ha chiesto perchè non si ferma mai al doposcuola, e mi ha ben precisato che le piacerebbe fermarsi ogni tanto a far la merenda, visto che ci sono anche le sue amichette.
Complice l'assenza dei nonni, allora, abbiamo proposto a lei e al treenne di rimanere al doposcuola: felicissimi, ieri ho fatto fatica a portarli via, sarebbero rimasti ancora. E oggi ripetono l'esperienza..

martedì 22 maggio 2012

sensi di colpa.....

Avevo promesso di scriverci un post prima o poi...aspettavo solo l'occasione giusta...
Non voglio parlare dei sensi di colpa tipici di una mamma lavoratrice: io quelli non li provo, tranne in rarissime occasioni. Ma poter svolgere un lavoro che è anche una passione, sapere che i bimbi devono poter fare esperienze anche lontano da me e dal loro papà, avere nonni più che disponibili, ammetto che mi ha aiutato parecchio a vivere serenamente il distacco dai bimbi e la mia vita professionale.
I miei sensi di colpa, e ne ho già accennato in qualche post precedente, riguarda me e gli insegnamenti che ho ricevuto e che mi hanno inculcato fin da bambina: questi insegnamenti si possono racchiudere in un solo verbo ACCONTENTARSI..che vuol dire: non volere troppo dalla propria vita, accontentarsi di quello che si è avuto. Su questo insegnamento ha trovato poi terreno fertile, durante gli anni del liceo, il concetto della "ubris" greca: non alzare troppo la testa, non essere tracotante che poi gli dei ti puniscono.
Quando ho iniziato il mio percorso di mental coaching, mi sono scontrata prepotentemente con questi preconcetti in me così ben radicati, con il conseguente scatenarsi di sensi di colpa: mi sono sentita come se rinnegassi quello che i miei genitori mi hanno insegnato, un po' figlia degenere e non riconoscente...
Poi però stasera a cena con i miei, si parla di terremoti, io spiego cosa dice la relazione sul terremoto redatta dall'INGV e mia mamma quasi mi zittisce per leggere ciò "che dice il giornale". Sicuramente il giornale è più autorevole, anche se il giornalista presumibilmente non è un geologo, nè un tecnico. 
E allora ho pensato: io son qui che mi autosaboto, che mi autoflagello di sensi di colpa e voi nemmeno mi state ad ascoltare mentre espongo un parere professionale? E allora forse questi benedetti sensi di colpa possono anche sloggiare dalla mia testa ed andare ad albergare altrove, che qua non c'è più spazio, nè tempo da perdere inutilmente...qua c'è da fare e da lavorare, qua c'è da impegnarsi per migliorare e crescere. I sensi di colpa qua non possono più stare, sono pregati di accomodarsi all'uscita, perchè mi fanno solo perdere tempo e mi distraggono dagli obiettivi che sto focalizzando e che sto cercando di realizzare. 
Se poi ci si rende conto, all'improvviso, che i sensi di colpa sono pure inutili, allora il lavoro viene sicuramente più facile!

sabato 19 maggio 2012

tra donne..

Ieri, giornata lavorativa...
ore 11- incontro presso un ente: la responsabile di servizio, io, la geometra. Tre donne, tre tecniche, fattive pratiche collaborative. 10 minuti di colloquio mirato e ben definito, fissato appuntamento per un sopralluogo. Fine.
ore 15-incontro con colleghi e progettisti: io e due colleghi (uomini), l'architetto (donna), tre ingegneri uomini. Due donne, cinque uomini, 2 ore di incontro di cui mezz'ora inerente il tema e il restante tempo di parole inutili, in cui io e l'architetto cercavamo di riportare la conversazione sui giusti binari.

Io odio le etichettature e le generalizzazioni, soprattutto quelle di genere...
Però...

la mia amica

Ho un'amica: di quelle storiche, che c'è sempre stata, che mi ricordo da sempre. Con cui sono rimasta sempre in contatto, nonostante abbiamo fatto scelte differenti e nonostante la vita ci abbia portato a vivere lontano.
Che però...è da un po' di tempo che non riesco a "sentire" più...vicina come un tempo, in sintonia come un tempo: io so che una volta ci capivamo, anche se magari non eravamo della stessa idea, io so che una volta era una persona allegra ed entusiasta, piena di voglia di fare e di dire..
Adesso ho davanti una persona rancorosa e piena di astio verso il mondo e verso gli altri, una persona totalmente immersa nei luoghi comuni e del sentito dire, che solo raramente mostra qualche  sprazzo della vitalità che aveva..con un po' di cattiveria, imputo al marito questa trasformazione: lui è una persona rancorosa e banale che invece di supportare chi ha accanto, l'ha progressivamente "affondata", tirata verso il basso, verso la pochezza, la banalità. La vedo che si accontenta, ma non è contenta, la vedo critica con rancore, la vedo, purtroppo anche invidiosa di un'invidia cattiva, insana (io divido l'invidia in buona, che è quella che ammira e spinge ad emulare, e cattiva, che è quella tipica delle persone che criticano in maniera sterile, senza argomentazioni). La frase che dice più spesso è "lui dice che..."
Mi rendo conto che sto diradando sempre di più le occasioni per sentirci, e anche per vederci, ma davvero, faccio molta fatica a relazionarmi con lei: vorrei prenderla, scuoterla, ricordarle com'era una volta, urlarle che non me frega un fico secco di cosa dice e pensa lui, ma vorrei sapere cosa dice e pensa lei, la mia amica.
E' vero che si cambia, non si può pretendere di rimanere per sempre le stesse persone: le esperienze, le persone frequentate, la vita portano a modificarsi, ad evolversi. Però a me, e qui io che odio dar giudizi sono ben conscia di giudicare, questa pare un'involuzione.
Io rivoglio la mia amica.