giovedì 31 maggio 2012

terremoto

Spiegare alla cinquenne che il nonno è andato ad aiutare tutti quei signori che sono stati colpiti dal terremoto.
"Ma cosa è andato a fare il nonno?"
"Oggi ha montato le tende con altri signori"
"Le tende?"
"Sì, perchè molte case sono crollate per il terremoto e le persone hanno bisogno di un posto dove stare!"
"Sono crollate le case?"
"Sì"
"Che bravo il nonno"
"Sì"

Dare consapevolezza ai bambini, con serenità e senza ansie. Mi sembra importante e necessario.

Mio suocero è volontario della Protezione Civile e ieri notte è partito per le aree terremotate per dare il suo aiuto. Io gli ho raccomandato di stare all'occhio perchè le scosse continuano. Stasera l'ho sentito, gli ho chiesto come è andata la giornata e lui mi ha risposto, con l'ottimismo che lo caratterizza: "ma sì, dicono che ci son state altre scosse..io non ho sentito niente!"


giovedì 24 maggio 2012

il dopo-scuola

La nostra scuola materna propone anche il servizio di dopo-scuola.
Noi di solito non ne usufruiamo, ci sono i santi nonni!
L'altro giorno la cinquenne mi ha chiesto perchè non si ferma mai al doposcuola, e mi ha ben precisato che le piacerebbe fermarsi ogni tanto a far la merenda, visto che ci sono anche le sue amichette.
Complice l'assenza dei nonni, allora, abbiamo proposto a lei e al treenne di rimanere al doposcuola: felicissimi, ieri ho fatto fatica a portarli via, sarebbero rimasti ancora. E oggi ripetono l'esperienza..

martedì 22 maggio 2012

sensi di colpa.....

Avevo promesso di scriverci un post prima o poi...aspettavo solo l'occasione giusta...
Non voglio parlare dei sensi di colpa tipici di una mamma lavoratrice: io quelli non li provo, tranne in rarissime occasioni. Ma poter svolgere un lavoro che è anche una passione, sapere che i bimbi devono poter fare esperienze anche lontano da me e dal loro papà, avere nonni più che disponibili, ammetto che mi ha aiutato parecchio a vivere serenamente il distacco dai bimbi e la mia vita professionale.
I miei sensi di colpa, e ne ho già accennato in qualche post precedente, riguarda me e gli insegnamenti che ho ricevuto e che mi hanno inculcato fin da bambina: questi insegnamenti si possono racchiudere in un solo verbo ACCONTENTARSI..che vuol dire: non volere troppo dalla propria vita, accontentarsi di quello che si è avuto. Su questo insegnamento ha trovato poi terreno fertile, durante gli anni del liceo, il concetto della "ubris" greca: non alzare troppo la testa, non essere tracotante che poi gli dei ti puniscono.
Quando ho iniziato il mio percorso di mental coaching, mi sono scontrata prepotentemente con questi preconcetti in me così ben radicati, con il conseguente scatenarsi di sensi di colpa: mi sono sentita come se rinnegassi quello che i miei genitori mi hanno insegnato, un po' figlia degenere e non riconoscente...
Poi però stasera a cena con i miei, si parla di terremoti, io spiego cosa dice la relazione sul terremoto redatta dall'INGV e mia mamma quasi mi zittisce per leggere ciò "che dice il giornale". Sicuramente il giornale è più autorevole, anche se il giornalista presumibilmente non è un geologo, nè un tecnico. 
E allora ho pensato: io son qui che mi autosaboto, che mi autoflagello di sensi di colpa e voi nemmeno mi state ad ascoltare mentre espongo un parere professionale? E allora forse questi benedetti sensi di colpa possono anche sloggiare dalla mia testa ed andare ad albergare altrove, che qua non c'è più spazio, nè tempo da perdere inutilmente...qua c'è da fare e da lavorare, qua c'è da impegnarsi per migliorare e crescere. I sensi di colpa qua non possono più stare, sono pregati di accomodarsi all'uscita, perchè mi fanno solo perdere tempo e mi distraggono dagli obiettivi che sto focalizzando e che sto cercando di realizzare. 
Se poi ci si rende conto, all'improvviso, che i sensi di colpa sono pure inutili, allora il lavoro viene sicuramente più facile!

sabato 19 maggio 2012

tra donne..

Ieri, giornata lavorativa...
ore 11- incontro presso un ente: la responsabile di servizio, io, la geometra. Tre donne, tre tecniche, fattive pratiche collaborative. 10 minuti di colloquio mirato e ben definito, fissato appuntamento per un sopralluogo. Fine.
ore 15-incontro con colleghi e progettisti: io e due colleghi (uomini), l'architetto (donna), tre ingegneri uomini. Due donne, cinque uomini, 2 ore di incontro di cui mezz'ora inerente il tema e il restante tempo di parole inutili, in cui io e l'architetto cercavamo di riportare la conversazione sui giusti binari.

Io odio le etichettature e le generalizzazioni, soprattutto quelle di genere...
Però...

la mia amica

Ho un'amica: di quelle storiche, che c'è sempre stata, che mi ricordo da sempre. Con cui sono rimasta sempre in contatto, nonostante abbiamo fatto scelte differenti e nonostante la vita ci abbia portato a vivere lontano.
Che però...è da un po' di tempo che non riesco a "sentire" più...vicina come un tempo, in sintonia come un tempo: io so che una volta ci capivamo, anche se magari non eravamo della stessa idea, io so che una volta era una persona allegra ed entusiasta, piena di voglia di fare e di dire..
Adesso ho davanti una persona rancorosa e piena di astio verso il mondo e verso gli altri, una persona totalmente immersa nei luoghi comuni e del sentito dire, che solo raramente mostra qualche  sprazzo della vitalità che aveva..con un po' di cattiveria, imputo al marito questa trasformazione: lui è una persona rancorosa e banale che invece di supportare chi ha accanto, l'ha progressivamente "affondata", tirata verso il basso, verso la pochezza, la banalità. La vedo che si accontenta, ma non è contenta, la vedo critica con rancore, la vedo, purtroppo anche invidiosa di un'invidia cattiva, insana (io divido l'invidia in buona, che è quella che ammira e spinge ad emulare, e cattiva, che è quella tipica delle persone che criticano in maniera sterile, senza argomentazioni). La frase che dice più spesso è "lui dice che..."
Mi rendo conto che sto diradando sempre di più le occasioni per sentirci, e anche per vederci, ma davvero, faccio molta fatica a relazionarmi con lei: vorrei prenderla, scuoterla, ricordarle com'era una volta, urlarle che non me frega un fico secco di cosa dice e pensa lui, ma vorrei sapere cosa dice e pensa lei, la mia amica.
E' vero che si cambia, non si può pretendere di rimanere per sempre le stesse persone: le esperienze, le persone frequentate, la vita portano a modificarsi, ad evolversi. Però a me, e qui io che odio dar giudizi sono ben conscia di giudicare, questa pare un'involuzione.
Io rivoglio la mia amica.

mercoledì 16 maggio 2012

ripartiamo da qui...


In tempi "non sospetti", Albert Einstein scriveva:

Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.
La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi.
La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura.
È nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie.
Chi supera la crisi supera se stesso senza essere "Superato".
Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e da più valore ai problemi che alle soluzioni.
La vera crisi, è la crisi delle'incompetenza.
L'inconveniente delle persone e delle Nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie d'uscita.
Senza la crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia.
Senza crisi non c'è merito.
È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lieve brezze.
Parlare di crisi significa incrementarla e tacere nella crisi è esaltare il conformismo, invece, lavoriamo duro.
Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa,  che è la tragedia di non voler lottare per superarla. 

Ho trovato questa frase, la sento molto mia..
Partiamo da qui...

giovedì 10 maggio 2012

stimoli e progetti..work in progress

Non sono stata fagocitata dal triangolo delle Bermude (anche se non mi dispiacerebbe risolverne il mistero e diventare la scienziata più famosa del mondo), non sono nemmeno stata inghiottita da una frattura della crosta terrestre (che sarebbe, ammetto, un bel contrappasso dantesco)..semplicemente sono stata, sono e sarò presa da un po' di cose, con conseguenti serate in compagnia di pc e progetti...
Gli stimoli, gli imput che mi sono arrivati nei precedenti mesi, lo studio che ho portato avanti e anche il lavoro su me stessa sta iniziando a dare i suoi frutti, con l'elaborazione e la conseguente messa in pratica di alcuni progetti, a livello lavorativo e non, da sola ma soprattutto con altri.
E questa situazione che sto vivendo è stimolante, mi sembra di essere anche più organizzata a livello mentale, sono piena di energia..
Certo, di contro vivo anche momenti di ansia e di paura, anche di sensi di colpa (e qui stendiamo un velo pietoso, l'argomento è lungo e complesso e affonda le radici negli insegnamenti ricevutie radicati, che io sto faticosamente sradicando.. credo che farei la felicità di un psicologo..), ma in linea generale sono fiduciosa e positiva.
E si sa che essere fiduciosi e positivi paga (soprattutto se si è anche obiettivi e disincantati).
Ci stiamo lavorando.